Quindi è arrivato Michele Lombardi, alias Leonardo da Vinci.
Non avevo mai veramente approfondito lo studio e le opere di questo Grande, e conoscere Michele è stato un po’ come incontrare personalmente Leonardo e conversare amabilmente con lui della sua vita, delle sue opere e soprattutto dei suoi segreti. È nato così L’EONARDO, un libro d’avventura che mi ha accompagnato in un viaggio alla scoperta di alcuni grandi misteri della storia e della vita.
Entrare nella mente e nella vita di un “Genio” è stata un’esperienza illuminante. Mi ha fatto riconsiderare l’idea che avevo della parola “genio” e mi sono avvicinata maggiormente alla consapevolezza di essere, come umano, più vicino all’essenza di Dio di quanto ci permettiamo di credere.
Possiamo dire che l’intelligenza consiste nell’ottenere un ottimo risultato con l’impiego di una minima quantità di energia. Più si allarga questa forbice e più il livello d’intelligenza sale. In ogni caso viene compiuto del lavoro e, quello che più conta, viene impiegato sempre dello sforzo. Per quanto la persona possa essere intelligente, ciò che riuscirà a fare richiederà sempre una certa quantità di sforzo. Il genio si distingue proprio considerandolo sotto quest’aspetto: qualunque operazione intellettuale compia, sembra che la faccia in assenza di sforzo. Non solo. All’assenza di sforzo si accompagna il miglior risultato possibile. In sostanza, il genio e non la persona “semplicemente” molto intelligente, è fra tutti gli uomini chi opera in modo molto somigliante al modus operandi di Dio. Quando una cosa è fatta senza sforzo e appare perfetta è più il risultato di un’attività di creazione che il prodotto di un lavoro intellettuale. E la creazione, come sappiamo, è appannaggio esclusivo di Dio. Che cosa dobbiamo intendere per creazione? Mentre per l’intelligenza è necessaria sempre una certa quantità di energia al fine di ottenere un risultato (di qualunque livello esso sia) e di un certo tempo fra l’inizio del lavoro e il suo compimento, per l’attività di creazione invece è sufficiente il nulla per ottenere il tutto (nel senso di forma e contenuto perfetti) e il tempo di un istante. Il genio sembra agire proprio in questo modo. Sembra avere accesso istantaneo e diretto al mondo delle idee perfette e delle leggi eterne, anch’esse perfette, che reggono l’intero universo. Si guarda intorno, riconosce l’essenza utile al suo progetto o al suo scopo, la colloca nella sua mente per poi immediatamente trasferirla nella cosa che sta creando. Tutto questo nell’arco temporale di un istante. Ed essendo quella cosa realmente una creazione, oltre a essere perfetta o quasi, porta con sé il marchio inconfondibile dell’originalità e dell’unicità. …Dove non ha potuto il grande sforzo intellettuale, l’ha fatto invece, senza sforzo e in un solo momento, l’intuizione geniale. Più è perfetto il risultato più la forma appare semplice. …L’essenza è la materia di cui si serve il genio, una materia non materia, un elemento potente ma invisibile, la cui esistenza si può soltanto dedurre al pari di un buco nero, che si individua per l’alterazione delle orbite dei corpi astrali a esso più prossimi, o al pari del dolce di una torta, che si scopre solo attraverso il sapore e non con la visione diretta dei granelli di zucchero.
da “L’eonardo” di Michele Lombardi